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Consulta Interprofessionale presso il Comando dei VVF di Firenze

Quesiti & Risposte

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Quesito 41 - Rinnovo CPI
Se il CPI è in scadenza e si stanno facendo lavori di ristrutturazione/ampliamento, approvati dai VVF, ad attività in esercizio, che però non sono ancora conclusi, quindi non si hanno tutti i documenti per la richiesta del nuovo CPI e per la DIA, come si può fare? Ne si può chiedere il rinnovo del vecchio CPI perchè le condizioni sono mutate. Non risulta possibile procedere al rinnovo del CPI in mancanza della dichiarazione di “situazione non mutata” (Mod. VF Pin 5) in conformità dell’art. 4. DPR 37 del 12.1.1998.
Quesito 42 - Gruppo elettrogeno
La società per la quale lavoro possiede un numero cospicuo di Gruppi Elettrogeni senza marcatura CE. E’ possibile comunque procedere alla formalizzazione di pratiche per l’ottenimento del relativo CPI? Per la presentazione di una domanda di EP e per il successivo ottenimento del CPI occorre seguire la regola tecnica DM 22 Ottobre 2007 (Titolo III capo I art. 1.1) che richiede che la macchina sia marcata CE.
Quesito 43 - Modelli ministeriali
La dichiarazione di conformità di prodotti omologati e/o certificati ai fini della reazione/resistenza al fuoco deve essere sempre prodotta su modelli ministeriali? Con la posa in opera di una lastra antincendio su un pilastro in cemento armato per ottenere lo spessore di copriferro richiesto dalle normative (supponiamo che il copriferro sia insufficiente) il professionista deve richiedere la posa in opere del prodotto installato alla ditta installatrice? Su quale modello? DICH:RIV:PROT-2004? Perchè la circolare P515/4101 parla di abolizione della DICH:RIV:PROT-2004 e in quale casi? L’obbligo di utilizzo del modello ministeriale non sussiste più ma è buona prassi, nell’ambito del rapporto fra professionista certificatore e ditta installatrice, utilizzare i precedenti modelli DICH:RIV:PROT-2004 e DICH:POSA IN OPERA-2004, così come indicato nella circolare P515/4101.
Quesito 44 - Depositi Olio di oliva
I depositi di olio di oliva sono attività soggette al controllo da parte dei VV.F qualora superino determinate capacità In merito al quesito il Comando riporta una nota del Ministero prot. N. P317/4101 sot.135/B del 12.04.02 nella quale si afferma che i depositi di olio di oliva rientrano nell’attività n. 15 del D.M. 1602/82.
Quesito 45 - Distributori mobili di carburante
Si tratta di un’impresa edile che ha nella propria sede legale un impianto mobile per la distribuzione di carburante (gasolio) omologato da 3000 litri con cui alimentano il proprio muletto, che impiegano nella sede per movimentare ad esempio i pancali di mattoni o di cemento, sia per alimentare un piccolo serbatoio mobile (da 700 litri circa) installato su un camioncino che permette di alimentare gru o ruspe che si trovano nei vari cantieri edili dislocati sul territorio. La domanda è: deve essere richiesto il CPI per tale attività essendo il serbatoio di volume superiore a 0,5 m3 ? Oppure facendo riferimento al DM 19/03/90, il quale prende in considerazione questi contenitori-distributori mobili e provvisori con capacità geometrica del serbatoio non superiore a 9.000 litri non sono soggetti all’obbligo del certificato di prevenzione incendi e quindi non importa richiedere il CPI? Siccome tale DM fa riferimento al rifornimento di carburante per macchine in uso presso az. Agricole, cantieri, cave, ecc. faccio presente che il distributore mobile da 3000 litri si trova presso la loro sede legale ed operativa ma non presso il cantiere edile, ad eccezione del muletto. Nel cantiere intervengono con quello da 700 litri che si portano dietro il camion. In merito al quesito il Comando riferisce che l’impianto in questione, distributore-contenitore mobile di carburanti, nel caso specifico di gasolio, trovandosi ad operare nell’ambito di un Impresa edile determini l’assoggettabilità a Certificato di Prevenzione Incendi dell’Impresa stessa. Viene inoltre specificato che l’impianto in oggetto deve essere utilizzato esclusivamente per il rifornimento dei motori di macchine ed automezzi non circolanti su strada e non per il riempimento di altre cisterne.
Quesito 46 - Autorimesse
In relazione alla problematica su autorimesse nel seminterrato di un grande condominio (40 posti auto), le uscite dall'autorimessa sono 3 e verso i vani scale, tramite altrettanti filtri a prova di fumo. I canali di fumo dei filtri corrono per buona parte in orizzontale entro il locale autorimessa e si raccordano poi ad un'unica grande canna fumaria che va a tetto. All'interno del filtro a prova fumo, subito all'imbocco del canale medesimo, che è in lamiera zincata per tutta la sua lunghezza, anche all'interno dell'autorimessa, una serranda tagliafuoco lo isola dall'autorimessa stessa.
E' tollerato che il canale di fumo sia semplicemente di lamiera zincata, ovvero senza adeguata resistenza REI, all'interno dell'ambiente a rischio - autorimessa - giacchè è isolato tramite la serranda tagliafuoco nei confronti del filtro a p. fumo? La domanda deriva, da una parte dalla pratica difficoltà di rendere REI il suddetto canale, dall'altra dal fatto che la funzionalità del filtro a p. fumo deve essere necessariamnete vista nelle prime fasi dell'incendio, ovvero quando il canale zincato ancora può funzionare nell'evacuazione fumi; mentre in una fase di fuoco maggiore, quando ormai è di fatto impensabile che vi siano persone in grado di fuggire, il canale viene pur distrutto ma il fuoco non penetra nel filtro a p. fumo e conseguentemente nel resto dell'edifico, per la presenza della serranda tagliafuoco. In subordine si chiede se la soluzione prospettata possa essere considerata "normale" e quindi accettabile con una pratica di parere preventivo, oppure debba essere necessariamente richiesta deroga. Il canale deve essere realizzato con materiali resistenti al fuoco di corrispondente al compartimento attraversato.
La serranda tagliafuoco vanifica di fatto la funzione di ventilazione del canale e quindi non puo essere inserita lungo il percorso del canale.
Il percorso della canalizzazione può essere sub orizzontale purché sia dimostrato il corretto tiraggio, in analogia a quanto previsto dal DM 15-09-2005.
Quesito 47 - Direttiva ATEX
Per il rilascio di un parere di conformità (ristrutturazione di un Salumificio con centrale frigo ad ammoniaca [rete distribuzione a miscela di glicole]) è stata richiesta la produzione del "documento sulla protezioe da esplosioni" ex dlgs 81/08.
Da chiedere ai VVF se hanno loro circolari in merito alla applicazione o indicazioni di normative guida perchè il TIT XI e l' ALL. XLIX risultano abbastanza generici e la EN 60079-10abbastanza ardua per una stesura del documento che abbia un concreto riscontro poi con la realtà operativi (vera tutela vs il rischio) Laddove sia richiesta la valutazione del rischio esplosione, direttiva atex, dovrà essere prodotto un documento in base alle normative di riferimento. Allo stato dell’arte non esistono circolari o direttive specifiche emesse del CNVVF
Quesito 48 - Deroga in via generale
La Deroga in via generale si applica alle nuove attività? Non è possibile dare una risposta unica, in quanto le deroghe in via generale si riferiscono a regole tecniche specifiche da analizzare caso per caso
Quesito 49 - Porte su scale di sicurezza
In riferimento alle scale di sicurezza esterne, con esclusione di quelle instyallate all’interno dei locali di pubblico spettacolo, realizzate secondo il dm 19/08/96 e di quelle installate presso gli alberghi realizzate secondo il testo coordinato del dm 9/04/94 con il dm 6/10/03, che devono possedere determinate caratteristiche – le porte che, in corrispondenza di ciascun piano, collegano l’edificio dotato di scale di sicurezza esterne con la stessa, quale delle tre caratteristiche devono possedere; 1 – una predeterminata caratteristica di resistenza al fuoco 2 – essere incombustibili ad es porte in ferro 3 – essere in vetro La situazione cambia se in ciascun piano dell’edificio sono presenti attività soggette a controllo dei VVF? E se soltanto qualche piano dell’edificio ospita attività soggette a controllo dei VVF? Salvo quanto espressamente previsto da regole tecniche inerenti ad attività specifiche, deve essere verificato quanto indicato al punto 3.8 ultimo capoverso del DM 10/03/1998;
Quesito 50
Per una attività industriale per la quale è stato richiesto ed ottenuto un parere positivo ad un esame progetto per la realizzazione di un nuovo stabilimento, che comprende varie attività comprese nell’elenco del DM. 16.02.1982, fra le quali l’attività 18 (distributore di carburante ad uso privato), se per ragioni tecniche durante la realizzazione dei lavori c’è la necessità di ubicare lo stesso distributore di carburante in uno spazio diverso da quello ipotizzato nei disegni presentati per l’EP, c’è la necessità di ripresentare l’intero ES o più semplicemente, nel rispetto delle condizioni iniziali, basta evidenziare lo spostamento all’atto della presentazione della richiesta di CPI? Lo spostamento del distributore costituisce modifica sostanziale e dovrà essere oggetto di nuovo progetto per parere di conformità ai sensi dell’art. 5 DPR 37/98 limitatamente alla sola attività 18 di cui al DM. 16.02.1982.
Quesito 51
Viene presentata al Comune una pratica di urbanizzazione di un’area privata per la realizzazione di un complesso di fondi ad uso industriale e/o commerciale. Al momento della presentazione del progetto, e probabilmente fino al termine dei lavori, non possono essere individuate attività ricadenti fra quelle previste nell’elenco allegato al DM. 16.02.1982. A fronte di una richiesta di parere di Esame Progetto fatta dal Comune al titolare del permesso a costruire viene risposto che non essendo ancora possibile individuare alcuna attività non può essere richiesto alcun parere di conformità. E’ corretta questa procedura? Se non si configura una attività specifica di cui all’elenco del DM. 16.02.1982 non è obbligatoria la presentazione del progetto per parere di conformità. Il progettista dovrà tenere direttamente conto dei criteri generali di prevenzione incendi.
Quesito 52
Mi è stata chiesta una consulenza sugli aspetti di sicurezza per una manifestazione privata ad inviti per circa 200 persone, che si svolgerà in un capannone industriale. Come mi devo comportare? Essendo una manifestazione episodica, per la cui partecipazione è previsto l’invito, si configura un’attività privata è quindi l’organizzatore della stessa, si assume la responsabilità della sicurezza. Qualora l’evento venga svolto all’interno di un’attività soggetta alle normative di Prevenzione Incendi, dovrà essere garantita la non contemporaneità con l’evento.
Quesito 53
Per un ristorante esistente a cui è stato rilasciato il CPI per la cucina, il titolare vuole adibire la sala ad attività di pubblico spettacolo. Le strutture esistenti, possono essere valutate con la Circolare Ministeriale n° 91/61? Occorre riferirsi alla nuova normativa.
Quesito 54
Dovrei fare il seguente quesito per determinare quando un'attività rientra sotto il controllo dei VVF, in particolare quando è inquadrabile come attività 88 (DEPOSITO MERCI E MATERIALI VARI CON SUPERFICE LORDA >= 1000 mq). Il problema di determinazione si pone quando in un "volume" di oltre 1000 mq si presentano le seguenti situazioni:
1. non si rientra tra le 97 attività ex DM 16/02/82 (o per quantitativi e tipologie di materiali: es. liquidi infiammabili oltre 200 lt, vernici infiammabili >= 500 kg, tessuti tessili, plastiche e carta >= 50 q.li, ... o per tipologia di attività: es. esposizione e vendita con superficie >= 400 mq). Chiaramente se è presente un'altra attività soggetta al controllo dei VVF il problema si riduce notevolmente in quanto per svolgere l'attività è richiesto un CPI, per cui sempre una pratica verrà fatta ed i vari casi saranno specificatamente esaminati.
2. quando nel "volume" considerato non si effetua solo l'attività di deposito. Quando oltre all'attività di deposito si effetuano anche lavorazioni non soggette al controllo dei VVF, qual'è la superficie da computarsi a deposito? Quella effettiva? E gli spazi in comune (percorsi, aree di sosta, ...) come si valutano?
3. quando il "volume" occupato dalla Ditta può essere frazionato in più ambienti: ad es. un edificio suddiviso in n "stanze" contigue le superfici destinate a deposito si sommano? O meglio, quando non si sommano? è determinante il rapporto tra q e C in ogni singolo ambiente?
Faccio un esempio reale che mi è capitato: un nucleo lavorativo di una ditta che non effettua vendita che occupa una porzione di 1500 mq di edificio con uffici, servizi, deposito cartoni 48 q.li, deposito plastica 48 q.li e 1200 mq suddivisi in 12 celle frigo dove prodotti alimentari che arrivano freschi (carne o verdura) vengono lavorati e conservati fino alla spedizione (il tempo che sostano è indifferente) è inquadrabile come attività 88?
La consulta ritiene che i punti 1 - 2 - 3 sia troppo generici per poter formulare una risposta, mentre nel caso dell'esempio ritiene che sia individuabile l'attività di cui al punto 88 dell'allegato al DM 16/02/82.
Quesito 55
Volevo sapere quale è l’indirizzo della Consulta di fronte a questo quesito: Quale deve essere la caratteristica REI di un controsoffitto realizzato all’interno della sala di un auditorium avente capienza di circa 300pp, realizzato per scopi legati all’acustica del locale oltre che estetici? Da tener conto che la struttura R di tutto l’edificio sarà comunque conforme a quanto prescritto dalla regola tecnica DM 19/8/1996. Nel caso in cui tale controsoffitto debba avere particolare requisito R(EI), la struttura portante della copertura può quindi avere requisiti diversi da quanto richiesto dalla Norma Tecnica? Il tecnico dovrà valutare se il controsoffitto proposto sia da considerare come elemento strutturale portante (anche se di se stesso); nel caso in cui sia elemento strutturale portante dovrà essere garantito il requisito di stabilità R90. E' da precisare che qualora esistano particolari elementi strutturali secondari, per quali la LETTERA CIRCOLARE MINISTERO DELL'INTERNO Prot. n. P902/4122 sott. 55 del 20 Luglio 2007 non prevede particolari specifiche di resistenza al fuoco, il cui crollo però potrebbe comportare un significativo rischio per gli occupanti, dovranno essere assunti i necessari accorgimenti.
Quesito 56
Vorrei un consulto circa le aree di sosta, intese come attività ricettive per l'accoglimento di camper e auto con roulotte per un massimo di 72 ore. Sto elaborando un progetto per un'area di sosta adibita a camper; su un terreno di circa 3500mq potranno sostare dei camper per un massimo di 42/45 veicoli. Questa attività si svolgerà su un parcheggio privato completamente scoperto. Il mio primo quesito nasce quando penso che generalmente questi veicoli hanno a bordo una bombola di GPL; vorrei sapere se la contemporaneità di presenza di 42/45 bombole di GPL è paragonabile ad un'attività soggetta a prevenzione incendi. Considerandola una semplice autorimessa all'aperto su suolo privato, il DM 01.02.1986 prevede all'art. 7 solo una disposizione al comma 1.
Il secondo quesito intende capire se tale attività possa essere paragonata a "deposito di gas combustibile in bombole" tipo l'attività del punto 3 del dm 16.02.1982, nonostante di fatto non sia un deposito. Non conosco la procedura ed i tempi per la consulta e quindi rimango in attesa di un riscontro.
L’attività come descritta non rientra tra quelle soggette a controllo dei Vigili del Fuoco ai fini del rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi ai sensi DM 16.02.1982, fatto salvo disposizioni emanate da altri Enti di controllo quali Polizia Municipale, ARPAT, ASL, Pubblica Sicurezza.
Quesito 57
L’attività 72 di officina meccanica superiore a 9 autoveicoli ha un locale da mq 40,00 per l’esposizione di auto in vendita. Tale locale con due pareti attestanti a cielo libero in cui sono ricavate due uscite, comunicanti con l’attività 72 tramite porta REI 120. Si chiede se il locale da 40,00 mq destinato ad esposizione, visto che comunica con l’attività 72 che supera i 400,00 mq, debba essere assoggettata come attività 87. Ritengo che il fatto che il locale esposizione comunica con attività già soggetta a VVF, la stessa non debba essere considerata superficie lorda a servizio dell’attività di esposizione. Per quanto esposto, risultando prevalente per superficie e rischio l'attività di officina al confronto dell'esposizione e vendita, si configura la sola attività 72, ora classificata 53 (officina per la riparazione di veicoli a motore di superficie coperta superiore a 300mq) ai sensi dell’allegato I del DPR 151 del 1 agosto 2011, in vigore dal 7 ottobre 2011.
Quesito 58
L’attività 72 di officina meccanica superiore a 9 autoveicoli ha un locale da mq 40,00 per l’esposizione di auto in vendita. Tale locale con due pareti attestanti a cielo libero in cui sono ricavate due uscite, comunicanti con l’attività 72 tramite porta REI 120. Si chiede se il locale da 40,00 mq destinato ad esposizione, visto che comunica con l’attività 72 che supera i 400,00 mq, debba essere assoggettata come attività 87. Ritengo che il fatto che il locale esposizione comunica con attività già soggetta a VVF, la stessa non debba essere considerata superficie lorda a servizio dell’attività di esposizione. Per quanto esposto, risultando prevalente per superficie e rischio l'attività di officina al confronto dell'esposizione e vendita, si configura la sola attività 72, ora classificata 53 (officina per la riparazione di veicoli a motore di superficie coperta superiore a 300mq) ai sensi dell’allegato I del DPR 151 del 1 agosto 2011, in vigore dal 7 ottobre 2011.

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